Riprendo il mio viaggio alla ricerca di culture diverse dalla mia, ancora una volta senza uscire da Roma; vado tra la gente Rom della Romania del Campo nomadi di via Candoni, un’altra volta visiterò la parte Bosniaca. Sono due realtà così diverse che vanno vissute separatamente come se fossero, come dovrebbe essere, a centinaia di chilometri l’una dall’altra… anche se qui sono in realtà pericolosamente mischiate.
Arrivo nella zona Rumena: mi fermo a parlare con le persone, a giocare con i bambini, mi faccio un selfie con qualcuno… entro nelle roulotte o nei container, comunque nelle loro case e per scoprire che quasi sempre quello che annuso è il profumo del bucato, un po' come a casa mia e stupirmi di essere invece ancora nello stesso campo del degrado, della diffidenza, dell'aggressività.
E ancora: uomini e donne che lavorano, bambini che studiano e poi giocano, stanze nei container che potrebbero appartenere ad un normalissimo condominio, anche l’asfalto è pulito...
Bevo un caffè, prendo una fetta di dolce; a distanza di un po' torno per capire se la volta prima avevo avuto un abbaglio.
No, nessun abbaglio: ho solo capito, dopo una vita, che anche in questo caso fare di tutta un'erba un fascio è comunque sbagliato: persone, non zingari.
Riprendo il mio viaggio alla ricerca di culture diverse dalla mia, ancora una volta senza uscire da Roma; vado tra la gente Rom della Romania del Campo nomadi di via Candoni, un’altra volta visiterò la parte Bosniaca. Sono due realtà così diverse che vanno vissute separatamente come se fossero, come dovrebbe essere, a centinaia di chilometri l’una dall’altra… anche se qui sono in realtà pericolosamente mischiate.
Arrivo nella zona Rumena: mi fermo a parlare con le persone, a giocare con i bambini, mi faccio un selfie con qualcuno… entro nelle roulotte o nei container, comunque nelle loro case e per scoprire che quasi sempre quello che annuso è il profumo del bucato, un po' come a casa mia e stupirmi di essere invece ancora nello stesso campo del degrado, della diffidenza, dell'aggressività.
E ancora: uomini e donne che lavorano, bambini che studiano e poi giocano, stanze nei container che potrebbero appartenere ad un normalissimo condominio, anche l’asfalto è pulito...
Bevo un caffè, prendo una fetta di dolce; a distanza di un po' torno per capire se la volta prima avevo avuto un abbaglio.
No, nessun abbaglio: ho solo capito, dopo una vita, che anche in questo caso fare di tutta un'erba un fascio è comunque sbagliato: persone, non zingari.