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Massimo Podio è nato a Venezia nel 1962 e vive e lavora a Roma dal 1968.

Dopo i primi anni spesi a sperimentare la fotografia analogica attraverso generi fotografici diversi, nel 2010 approda alla fotografia digitale e al reportage fotografico.

La fotografia quale mezzo per osservare da vicino, comprendere e far comprendere quanto ci circonda e che troppo spesso vediamo senza osservare affidandoci solo a quanto suggerito dai luoghi comuni.

Per vincere la diffidenza e la paura per “l’altro” entra nei nuovi ghetti romani popolati da immigrati, nei campi Rom, in carcere scoprendo dignità e speranza oltre alla facciata di disagio e degrado: essere nelle situazioni per vedere, conoscere e raccontare tutto ciò che c’è realmente e non solo quanto ci aspettiamo di trovarvi.

Più di recente si è avvicinato ad un altro mondo, prossimo al proprio dal punto di vista sociale ma per altri motivi tanto distante, quello della disabilità. Ne ha ricavato forza imparando a conoscere la vera voglia di vivere, realizzando e mostrando che la diversità se c’è, dipende solo dal punto di osservazione.

La fotografia intesa anche come reportage culturale: la fotografia di scena a raccontare gli eventi artistici e ciò che c'è dietro di essi: sudore, fatica e metodo oltre il talento e l'adrenalina della "prima" e di ogni rappresentazione per farli capire meglio a chi ha avuto la fortuna di assistervi e farli vivere un po' a chi invece quest'opportunità non l'ha avuta.

                                                                   Massimo Podio

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