DIVERSAMENTE DISABILE
Ogni mille bambini che nascono, almeno uno è affetto da spina bifida.
La spina bifida è una malformazione congenita che colpisce il feto nei primi mesi di gravidanza e rende il nascituro disabile per tutta la vita.
Siamo negli anni '70 e il concetto di inclusione è agli albori. Carla è disabile e la sua stanzetta è quella di una bimba destinata a crescere da sola: un lettino, qualche pupazzo e sotto al letto le patate: nessuno le vede e al buio non fioriscono. Le sue amichette fuori, a giocare.
Quando Carla inizia a frequentare una scuola pubblica, e già questa all'epoca era una cosa rara, i suoi genitori organizzano un viaggio a Stoccarda per cercare di dare alla loro amata bimba la possibilità di assumere la posizione eretta mediante una difficile operazione chirurgica e l'aiuto di ingombranti e dolorosi tutori alle gambe.
Carla è ancora piccola quando accetta, per amore della mamma, di fare la prima comunione in piedi ricordando, ancora oggi, di quel giorno soprattutto il dolore alle gambe e il terrore di cadere. Alla fine sceglie di continuare a vivere seduta ma libera piuttosto che in piedi ma prigioniera di quei pesanti tutori.
E' ancora piccola quando alle cicatrici rimaste a ricordo dell'operazione si aggiungono le cicatrici lasciatole nell'anima da un uomo che le fece vivere un'esperienza già vissuta da tante, troppe bimbe: bambole nelle mani di chi non sa che alcuni giochi, quei giochi, lasciano segni indelebili.
Passano gli anni, diventa donna e infine madre di una bimba normodotata che un giorno, alle elementari, l'ha raffigurata in un disegno come una farfalla: lei, costretta dalla nascita su una sedia a rotelle.
Quella farfalla si è infine posata su un braccio di Carla: il suo primo e unico tatuaggio. Per non dimenticare, per continuare ancora e sempre a essere diversamente disabile.